giovedì 15 ottobre 2009

I FILLOPODI

Per i loro movimenti a scatti, vengono chiamate pulci d’acqua diverse specie di organismi appartenenti a una famiglia di minuscoli crostacei di dimensioni che variano da 0,2mm a 5 mm. Il termine scientifico con cui sono chiamati questi organismi è cladoceri, in latino Cladocera, dalle parole greche klàdos (“ramo”) e kéras (“corno”), in quanto questi crostacei sono tutti provvisti di grandi antenne ramificate, che utilizzano per nuotare. I cladoceri appartengono alla sottoclasse dei fillopodi (in latino, Phyllopoda), così chiamati dalla forma a foglia delle loro zampette, e alla classe detta dei branchiopodi (in latino Branchiopoda), perché la loro respirazione avviene grazie alle zampe filtranti richiuse all'interno del basso addome.
Le pulci d’acqua si insediano in tutti gli invasi d'acqua, dai laghi alle più piccole pozzanghere. La maggior parte delle specie vive in acque basse, fra la vegetazione. Si nutrono principalmente di microalghe, che trovano rovistando tra i detriti e tra le macroalghe. Nell'immagine, le microalghe sono visibili all'interno dell'intestino del crostaceo.
La pulce d'acqua rappresentata nella figura è Acantholeberis curvirostris, una specie molto resistente e diffusa.

Le uova si producono per partenogenesi (cioè senza bisogno di fecondazione da parte del maschio, cosa che presenta degli ovvi vantaggi per la sopravvivenza) e si sviluppano all'interno del corpo in una sorta di camera incubatrice. La visione avviene attraverso un unico occhio naupliare, già presente cioè quando la pulce d'acqua è ancora allo stato di larva.

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