giovedì 21 gennaio 2010

IL CONDENSATORE

I campioni da esaminare al microscopio ottico devono essere illuminati perché si possa formare una loro immagine visibile nell’oculare e, di solito, questo viene ottenuto con "luce trasmessa", ovvero la luce attraversa i campioni stessi. Il condensatore è un sistema di lenti posto al di sotto del tavolino traslatore del microscopio ed è provvisto di un "diaframma di apertura" che permette di modificare l’ampiezza del cono di luce che da esso esce, adattandolo alla AN dell’obbiettivo in uso; oltre a ciò il diaframma è dotato di un sistema di centratura e di regolazione della distanza dal tavolino traslatore.

La funzione del condensatore è quella di mettere a fuoco sul piano focale posteriore dell’obbiettivo l’immagine della sorgente luminosa, cosicché ogni punto del campione diviene a sua volta una sorgente luminosa e la sua immagine potrà essere vista nitidamente attraverso l’oculare. Per ottenere questo, è necessario che vengano soddisfatte due condizioni fondamentali:

1) regolazione perfetta in altezza del condensatore (pena la comparsa di distorsioni cromatiche e lo scadimento generale della nitidezza dell’immagine trasmessa);

2) chiusura opportuna del diaframma di apertura in rapporto all’AN dell’obbiettivo in uso (pena la diminuzione del potere di risoluzione e la formazione di immagini di qualità scadente).

Le regole di base per una corretta regolazione del condensatore sono le seguenti:

· centrare correttamente il condensatore attraverso le due piccole viti di posizionamento;

· regolare in altezza il condensatore, generalmente 1 – 2 mm al di sotto del tavolino traslatore;

· togliere un oculare e, guardando attraverso il tubo portaottiche, aprire il diaframma del condensatore fino a circa 7/8 del campo luminoso visibile

Il diaframma del condensatore non deve essere chiuso eccessivamente poiché gli aumenti di profondità di campo e di contrasto sono solo apparenti: in realtà, chiudendo eccessivamente il diaframma si ottiene solamente una drastica riduzione del potere di risoluzione dell’obbiettivo. In aggiunta al diaframma "di apertura" alcuni microscopi sono dotati anche di un diaframma "di campo": si tratta di un accessorio presente solamente su strumenti di buona ed ottima qualità e consiste in un ulteriore diaframma ad iride inserito fra la sorgente luminosa ed il condensatore .

Lo scopo di questo diaframma è quello di permettere un ulteriore miglioramento della distribuzione della luce sul campione ottimizzando al massimo il potere di risoluzione del sistema ottico e ciò risulta particolarmente utile in campo fotomicrografico. Questo particolare metodo di trasmissione della luce prende il nome di "metodo di Köhler" dal nome del microscopista tedesco del gruppo Zeiss che ha messo a punto questa tecnica.



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